Credo che quando si inizia a scrivere una poesia c’è sempre una profonda introspezione in cui la spiritualità guida la mano e la conduce nelle praterie del foglio bianco su cui prende corpo la scrittura.
Alla fine di ogni parola, la penna si stacca per volare un attimo, per piroettare e scrivere un altro temine, fino a completare una strofa e così di seguito, tante volte, dando corpo alla composizione.
Alternativamente, alle dita arrivano dalla mente gli input del cuore e dell’anima, che hanno trasmesso le diverse sensazioni.
Ecco spiegato come è nata l’ispirazione di intitolare il libro: “Voli di penna”
Ed in esso c’è posto per tutto il mio sentire, sempre libero e scevro da ogni indecisione, per dare, a chi legge, l’esatta percezione di quello che ha fatto nascere la singola poesia.
A volte un accadimento, a volte una persona cara, a volte un oggetto, ma, spesso e sovente, le intimità del cuore e dell’Amore che riescono ad occupare spazi fondamentali nel libro, come nella vita di ogni essere umano.
Non importa se si tratta di Amore corrisposto, di Amore vissuto, di Amore immaginato, di Amore impossibile, di Amore negato o di qualunque altro Amore.
Quello che conta è che anche lui, l’Amore, abbia permesso di farmi volare.
E come Icaro ho volteggiato tra correnti, folate di venti contrari e favorevoli, fin tanto che le ali non si sono bruciate per il troppo calore dell’Amore stesso, facendomi precipitare sfinito “tra le braccia delle donne che mi hanno veramente amato”.