La passione per la scrittura è recente o maturata nel tempo?
I miei primi scritti risalgono a circa 10 anni fa e, quindi, non sono recenti. Penso, comunque, che quello di “poetare” più che una passione diventa quasi un’esigenza ed un bisogno per coloro che hanno maturato importanti e significative esperienze di vita. La traduzione di ciò in scrittura può avvenire immediatamente ed ogni volta che si registra un evento oppure, come successo per me, dopo un po’ di tempo e di accumulo di più situazioni vissute che hanno segnato l’animo.
Quale è stata la motivazione scatenante che le ha fatto capire di voler essere uno scrittore?
Non ho mai pensato di voler essere un vero e proprio scrittore. Mi ci sono trovato quasi naturalmente quando ho iniziato a comporre le mie prime poesie. Questi scritti, inizialmente letti ed apprezzati da pochi amici, hanno avviato il mio cammino che ancora oggi continua guidato dall’inscindibile binomio mente-cuore.
Quale tra le sue opere è quella che preferisce maggiormente?
Di certo il primo libro “77 volte me” perché, come tutte le cose che rappresentano il punto di partenza di ogni attività, racchiude in sè le emozioni del “parto”. Sì perché ogni opera che nasce ha proprio le caratteristiche dell’evento che genera la vita; infatti, una volta pubblicato il libro, senti davvero un distacco tra te e la “creatura” stampata.
In cosa trova l’ispirazione?
L’ispirazione me la offrono i sensi. I cinque sensi che, a secondo della circostanza, colpiscono l’animo il quale arma il cuore per fornire alla mente l’inchiostro giusto per la composizione.
Quali sono le difficoltà che trova un autore emergente?
Un autore emergente ha di certo grosse difficoltà di essere conosciuto, cosa che, nel campo della poesia, è poi anche più difficile rispetto ad altri scritti. Ci vuole, poi, assolutamente, una forte dose di fortuna nel trovare un mecenate a cui interessi l’autore e che questi abbia i canali giusti per farlo conoscere ed apprezzare dai lettori.
Quanto son autobiografici i suoi libri?
I miei libri, che ricordo sono al momento solo di poesie, sono quasi tutti autobiografici ed in ogni scritto c’è sempre un pezzettino di me, infilato attraverso un verso o una parola.
Quante ore al giorno scrive? Dove si mette? Quali cose aumentano la sua concentrazione e quali invece la distraggono?
Non c’è orario o tempo definito per scrivere. Anche qui la legge è quella del sentire, quello che il binomio mente-cuore ti sta dettando, chiedendo di nascere. Quindi ogni posto è giusto. Basta avere un foglio di carta ed una penna sempre con sé. E quando è giunto il momento di scrivere non serve la concentrazione. La mano inizia a farlo in modo naturale, di getto, e sa quando continuare, quando fermarsi, quando riprendere e quando finire.
Parla di ciò che sta scrivendo con i suoi familiari?
Sì, lo faccio con le persone che sento vicine, le coinvolgo subito e separatamente. Dai commenti e giudizi capisco se la mia nuova “creatura” ha emozionato ed è arrivata al loro cuore e cioè se ho raggiunto quello che è il fine principale di ogni mia poesia.
Come superare il “demone” della pagina bianca?
Come tutti i momenti bui non drammatizzo mai la situazione. Farlo, aumenterebbe la crisi di ispirazione, per cui preferisco chiudere carta e penna in un cassetto ed aspettare. Di certo, prima o poi, all’improvviso, ritornerà nuova linfa per riprendere la scrittura e nasceranno i componimenti più belli. È davvero sconsigliata ogni forzatura, che avrebbe, psicologicamente, solo l’effetto contrario, impedendo di far rappacificare e risintonizzare la mente con il cuore.
Ha dei consigli da dare a chi inizia a scrivere?
A chi inizia a scrivere consiglio di scegliere bene l’obiettivo che desidera raggiungere, specialmente per la scelta della platea di lettori a cui rivolgersi.
Se si usa un linguaggio semplice è ovvio che si avrà una comprensione maggiore rispetto alla scrittura formata da parole poco conosciute che saranno talvolta addirittura desuete se non difficili per i più. Infatti, in questi casi, il componimento sarà destinato solo ad un elite di persone. A parte ciò, lo scrittore dovrebbe sempre evitare di scrivere senza la giusta ispirazione, lasciando, come ho già detto, che sia sempre l’animo ad armare il cuore per fornire alla mente l’inchiostro giusto.
E la migliore e più leggibile china per la penna è solo quella della spontaneità!